domenica 25 gennaio 2015

sentiero 151



Vicino casa, vagheggiata ma ancora mai percorsa, oggi passeggiata d'esplorazione lungo il cammino per Pian dea Baea in valle San Liberale.
Arrivati di buon mattino all'ampio parcheggio, s'intuisce fin da subito che non saremo soli, tante sono le auto da immaginare un evento particolare, speriamo non di rombanti centauri. Solo dopo pochi minuti, in direzione dei sentieri, intendiamo trattarsi del nutrito popolo degli escursionisti della domenica salito così copioso dalla vicina pianura.
Ci pensa la ripida salita a sfoltire qualsivoglia assembramento, tanto che, poco dopo, io e mio marito ci troviamo soli a salire a testa bassa e, senza panorami, accompagnati per il primo tratto solo da fioriture di bucanevi e qualche primula.
Più si sale e più le montagne sembrano abbracciarci, i pensieri si rimpiccioliscono come i colli dietro casa che riconosciamo giù in primo piano, davanti alla pianura che li separa dalla magica visione del mare che oggi ci sorprende così superbamente nitida. Si sale sempre con fatica costante mentre qualcuno tra i più veloci e mattiniero già scende, quand'ecco che scorgiamo un bel camoscio. L'emozione fa battere ancor più forte il cuore.
Mi sento appagata come non avrei immaginato ma... non è ancora finita! Lungo il percorso compaiono qua e là attaccati ai rami degli alberi degli oggetti non identificati. No, tranquilli, non abbiamo avvistato certo degli UFO ! Sembrano invece delle curiose opere d'arte lignee, a volte colorate a volte al naturale, graziose, un po' naif. Rami, legnetti, e altri elementi naturali appesi a un filo come i sogni, son collane per gli alberi. Il vento fa ondeggiare questi “gioielli” e la fantasia di chissachi regala a chi lo vuole, un tocco delicato di meraviglia e suggestione.

Tornerò, torneremo.

giovedì 25 dicembre 2014

un altro Natale


25.1.2014 covol de le vane - foto di Aldo De Bastiani

Il rendez-vous della notte di Natale è poco lontano dalla magica Valcanzoi, nella minuscola piazza del Borgo di Culogne a tarda sera.
Siamo accolti con insperato calore dal gruppetto che si è formato alla partenza e quando, poco dopo, imbocchiamo la ripida strada silvopastorale, andando incontro alla natura, alle tradizioni, a quell’insieme di emozioni e di idee che aprono la mente e il cuore penso che sì, un altro Natale è forse possibile.
Lungo il cammino, alla luce di un'antica lanterna a petrolio, con sottofondo di un torrente che scorre, ci viene raccontato di quanto sia misterioso questo luogo.
Il “troi de le Vane” è infatti il regno delle Anguane, leggendarie e a volte inquietanti figure femminili che si narra vivessero in ambiente silvestre nei pressi dei ruscelli.
Manca poco a mezzanotte quando arriviamo al covol (grotta) delle Vane accolti dallo scoppiettar del fuoco che illumina la scena della natività e riscalda il cuore di ciascuno.
A riscaldar le membra ci penserà invece un buonissimo e caldo vin brulè e le insuperabili leccornie comparse quasi per magia grazie ai nostri simpatici “folletti del bosco”.
Seduti su balle di fieno, a raccontare in semplicità nostri Natali migliori e a cantar “Tu scendi dalle stelle” tenendoci per mano, in sintonia come ci conoscessimo da sempre, è stata la miglior strenna desiderabile.
Lontano dal tourbillon dei consumi, a stretto contatto con i gli elementi naturali terra, acqua, fuoco e aria come a ritrovar una sorta di personale “quintessenza”, per comprendere che
sì, ci può ancora essere davvero un BUON Natale!

sabato 26 luglio 2014

la domenica andando al...campanile





Oggi, che è domenica, si va al...campanile.
Incontro con i cari Amici per il caffè mattutino in centro a Longarone e poi via verso le Dolomiti Friulane, finalmente accontentati dopo tanti rinvii !
Nei pressi di Cimolais imbocchiamo la sorprendente sterrata a pedaggio.
Si capisce fin da subito che la ghiaia sarà il refrain del giorno. 
L'acqua del torrente Cimoliana ha un colore bellissimo che cambia di tono ad ogni salto, vorrei già fermarmi per scattare qualche foto ma desisto. 
Un velato timore di forare i copertoni della mia piccola automobile non ci impedisce di divertirci sobbalzando non poco tra le ghiaie con esclamazioni di ogni tipo.
Si sale si scende e tra guadi, tornanti e cascate laterali, si taglia perfino il torrente. (Non pioverà mica prima del ritorno!?)
Nonostante ciò, raggiunto favorevolmente l'agoniato parcheggio, lasciamo le auto alla base dell'ampio ghiaione della Val Montaniaia e ci incamminiamo chiacchierando. Brevemente però.
Fin da subito si capisce che non sarà uno scherzo, la pendenza è assai notevole, del resto sono consapevole che oggi mi sarei messa alla prova.
In questo mondo integro e selvaggio ci si inerpica su un fiume di massi e di ghiaia, guadando ogni tanto il torrente. Sorrido al pensiero della mia “risaputa” avversione ai guadi, da cui probabilmente oggi guarirò.
A tratti il sentiero sparisce e per salire tocca aiutarsi anche con le mani, toh!, anche io scrambler... 
Compiaciuta dei miei “progressi” procedo al passo con gli altri.
Qua e là piccoli cuscini fioriti addolciscono delicatamente l'impervio cammino.

Tuttavia, quando i ghiaioni sembrano trasformarsi in tapis roulant, mi affiora alla memoria il testo di una vecchia canzone di Pino Daniele: “ Je so' pazzo, je so' pazzo …”  per un attimo, confesso, mi infastidisco, bramando un comodo divano.
Ma ecco, che dopo una curva, spunta il famoso Campanile della Valmontanaia e anche la fatica sparisce e il percorso diventa decisamente più facile sotto i piedi. Epica escursione, batticuore!
Con lo sguardo sempre alla meta, guadagno abbastanza agevolmente il bivacco.
In questo anfiteatro naturale vivo un sogno. Ancora una volta davanti a me, una bellezza neppure immaginabile.
360 gradi di emozione e il famoso torrione che svetta deciso verso l'alto dopo questa dura ma appagante salita, sembrano bisbigliarmi il saggio insegnamento di un amico: sognare e mirare sempre più in alto di quello che crediamo alla nostra portata, per innalzarci e superare soltanto... noi stessi.
A seguire la discesa, ma questa è un'altra storia.

ci si inerpica su un fiume di massi e di ghiaia
qua e là piccoli cuscini fioriti addolciscono delicatamente l'impervio cammino
 spunta il famoso campanile... batticuore!

in questo anfiteatro naturale vivo un sogno
una bellezza neppure immaginabile
...questa è un'altra storia ;-)


mercoledì 25 giugno 2014

è tutto un andare



E' tutto un andare su per la strada che porta a cima Grappa. Chi in auto, chi in moto, i più in bici e poi, tra quelli a piedi, chi di corsa e chi a passi lenti.
Mi chiedo dove nasca questa sorta di slancio collettivo a salire, così diverso per ognuno.
Noi siamo qua per procurarci del buon Morlach da Pierino, il nostro casaro preferito ma... mica subito!
Parcheggiata l'auto a Campo Croce, inforchiamo il sentiero CAI n. 100, anche noi come gli altri “ad excelsa tendere”, con pacatezza per risparmiar fiato, si parte, avanti (con calma) Savoia!
Il dislivello è notevole ma i panorami verso la pianura sono appaganti e le fioriture generose. Deltaplani variopinti virano e disegnano sogni.
Man mano che si sale le nebbie celano lo scenario immaginato. Mi sento a mio agio procedendo compiaciuta in quest'ovatta; il vento, i miei passi, il mio respiro sono appagante tranquillità.
Intravvedo, come fantasmi lontani, pallide vacche bianche pascolare sul colle di fronte, allorquando un raggio vivido e improvviso le illumina colorando la scena di una luce gioiosa così cinematografica da farmi percepire, nella mia fantasia, una colonna sonora da “oscar”.
Che spettacolo! Come si dice,  è proprio vero che le cose più belle non si possano comprare.
Avanti. La salita è dura e io mi diverto, me l'avessero pronosticato un paio di anni fa, mica avrei creduto fosse possibile. Quando la segnaletica CAI indica mancare solo mezz'ora alla meta, e poco dopo addirittura quindici minuti, sono effettivamente scettica.
A un richiamo di Giuseppe sollevo lo sguardo. Esterafatta, scorgo, tra le nebbie,  sventolare vicino  il tricolore sul famoso sacrario monumentale.
La vetta del monte è raggiunta e con lei una terapeutica quietudine.

lunedì 16 giugno 2014

ho imparato a sognare



Io la sera mi addormento e qualche volta sogno perché voglio sognare”. 
In una delle prime albe estive, proprio quando ho fretta di vivere il mio sogno, eccomi ad arrancare impaziente a bordo della mia utilitaria, dietro a un TIR per il trasporto delle biomasse, su per i tornanti che portano a Croce d'Aune. 
Da tanto volevo saggiare in solitudine le mie reali possibilità e cimentarmi in quella sfida personale che per molti altri sarebbe senz'altro un nonnulla. Raggiungere quanto prima la mia meta è adesso una questione prioritaria tanto da, parcheggiata l'auto,  imboccare  il sentiero CAI 801 con una certa frenesia. 
Parto decisa convinta che almeno fin che avrò fiato guadagnerò un po' di dislivello, poi rallenterò giocoforza. Compiaciuta proseguo e stranamente non mi fermo. Certamente è per me inusuale salire posti come questi da sola. L'ennesimo piccolo scatto verso un livello un po' più alto, e non solo di quota, che mi rallegra ed incoraggia. Stento a credere, ma nei tempi previsti dalla tabella CAI, eccolo là il rifugio Dal Piaz che solitario mi aspetta!
Man mano che mi avvicino proseguendo tra i crochi e l'ultima neve, costato, con un certo disappunto che è tutto chiuso. Vabbè,  non mi aspettavo un comitato festeggiamenti,  ma il tepore del rifugio dove cambiarmi la maglietta sudata era una certezza che avevo data per scontata. Che bel panorama però !
In questo cielo tutto mio, solo le fole di vento a tenermi compagnia.
Mi cambio la maglietta senza neanche ipotizzare ci possa essere una webcam nei paraggi e mi accomodo beata sulla panca di legno, come solo una regina potrebbe sul suo trono, a guardare rapita il mare al di là della pianura.
Che spettacolo emozionante, quale appagamento !
Mi sento viva perchè sono...viva !
Mentre mi dirigo verso la vicina Busa delle Vette, che di questi periodi sarebbe solita essere un tripudio esagerato di fioriture, il silenzio melanconico si fa musica soave.
Questo posto è sempre un'incantesimo ma questa volta c’è una pace strana;  neve intatta sostituisce le abituali fioriture.
Il magnifico spettacolo imprevedibile  si fa grande emozione,  una dolce ubriacatura il mio bel premio.
C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò”

(cit. da canzoni di Fiorella Mannoia "I treni a vapore" e  "Ho imparato a sognare")

domenica 1 giugno 2014

canale di Brenta, oggi come ieri




Canale di Brenta, secolo XV, strada soggetta a servigio feudale... Quest'escursione è un viaggio nel tempo e mi par proprio di vederli i poveri valligiani dell'epoca a costruire questa mulattiera lastricata e poi doverne pagare anche il dazio...
Stupefacente passare oggi dalla superstrada incassata nel fondovalle di questo stretto canyon, all'altipiano su a Enego con facilità, calcando questo prezioso manufatto che resiste nei secoli rivelandosi ancor oggi un'opera straordinaria, quanto inaspettata.
Le storie degli uomini che nei secoli hanno calpestato questi luoghi e la carellata di antichi capitelli, croci e immagini sacre ci accompagnano in questa camminata che tanto rilassa malgrado i 600 metri di dislivello.
I pensieri negativi restano giù a valle lontani come il rumore delle auto sulla superstrada che, salendo, si fa man mano più flebile fino a sparire.
Fioriture mozzafiato, tranquilli scambi di conoscenze, sintonia, benessere, stupore e sane risate hanno reso questa giornata veramente gradevole e feconda.



martedì 15 aprile 2014

gli escursionisti della domenica



Vivere una favola con tanto di principe azzurro nel finale. Dal virtuale al reale.
Tanta ammirazione per gli ospiti di questo palco felice dove ognuno penso abbia potuto ricevere forse più di quel che ha dato.
Serenità, sentimento, passione, delicatezza, volontà, simpatia sono sfilate assieme agli escursionisti della domenica con l'alpinismo classico, i cammini di fede, il social trekking, il deep walking che come per osmosi hanno mescolato i desideri di cammino tra il pubblico che ha potuto immedesimarsi in ognuno di loro.
Sarà un bel ricordo, grazie a tutti

domenica 16 febbraio 2014

controcorrente



Piove, quando verso le nove, lascio l'auto al parcheggio dell' "Antica abbazia”.
Rimanere in attesa del consorte che alle prime gocce sul parabrezza ha cambiato idea, mi ha fatto tardare, ma la mia determinazione stavolta ha avuto il sopravvento.
Appena muovo i primi passi sulla strada sterrata sono colta della “sindrome del salmone”.
Frotte vocianti di camminatori con ombrelli, giacche e cappelli variopinti scendono in gran numero nel senso contrario al mio che risalgo verso il mio personale "Mar dei Sargassi".
Come talvolta nella vita, anche qui mi trovo a dover proseguire controccorente.
In prossimità del sacello di Santa Felicita avverto, con un certo stupore, la musica paesana provenire dagli stand della proloco dove i numerosi presenti si rifocillano con qualche bevanda.
Hanno tutti un cuore rosso al collo, realizzo perciò si tratti della marcia di San Valentino.Pensare che cercavo la solitudine...
I gradini della chiesetta sono un divertente caleidoscopio di colori. Sicuramente ogni partecipante riceverà in premio una di queste belle primule disposte in modo così grazioso; bella idea.
Proseguo.
La valle finalmente si fa silenziosa e più meditativa.
Persa nei miei pensieri, ho l'impressione che un bambino riccio e vivace ora mi preceda ora mi affianchi sorridente. E' il delicato ricordo di mio padre che negli anni delle scuole elementari abitava all'imboccatura di questa valle. Presa da quel velo di nostalgia avanzo di buon passo sotto una pioggia battente. Ah se riuscissi ad esser così determinata in tutte le cose!
La salita si fa più impegnativa  e per la mia imbranataggine già temo la discesa quando, di colpo, scorgo quel che cercavo: la cascata di trenta metri!
Soddisfatta, mi fermo per osservare ogni particolare intorno a me, quindi inverto la rotta e comincio a scendere.
Tra i pini, mi sorprendo a ripetere mentalmente dei versi di "d'annunziana" memoria che non immaginavo di rammentare:
Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.


Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,,....

e più giù, ancora
....su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude...
Malgrado l'aura poetica, calo una balza,  che già avevo notato con preoccupazione salendo,  con l'agilità di un...elefante. Che sarà mai, mi sprono sorridendo, Annibale forse non ha fatto passar le Alpi ai pachidermi ?
La pioggia è cessata.
Abbracciata da un senso di pace interiore e benessere fisico, giungo alla chiesetta nel fondovalle quando... riecco i marciatori ancora in senso contrario al mio! Stavolta il gregge è sgretolato e più di uno, nel quale mi rispecchio,  mi chiede paonazzo quanto manchi all'arrivo.
Poco, rispondo beata.

sabato 4 gennaio 2014

letture e musica in cammino sul "troi de le vane"




Le prime fioriture delicate e una rosa canina abbracciata al corrimano di una vecchia scala, mi danno il festoso benvenuto a questa passeggiata collettiva che fin da principio sento come un'esperienza preziosa.
Attraversando la prima sagoma in questo percorso d'arte visiva, entro divertita nel magico mondo delle vane.
Siamo più di un centinaio, i volti sono distesi, gli sguardi curiosi.
Ognuno avanza col suo passo. Si procede in salita ormai in simbiosi con il luogo.
Un canto melodioso accompagna i cuori coinvolti dalle letture appassionate che emozionano il profondo di ognuno.
A sorpresa partecipa addirittura il vescovo che mi stupisce per la sua naturalezza ed affabilità.Ci fa ridere, cantare. Stupendo l'invito a notare il colore degli occhi delle persone che incontriamo.
Sopra le nuvole improvvisamente un raggio di sole illumina un tramonto dalle mille suggestioni che ha il sapore di un piccolo miracolo.
Quando giungiamo al “cogol de le vane”, ogni affanno è ormai sparito.
La grotta, il fuoco acceso, la sagoma della natività opera di una giovane e brava artista locale mi danno un senso di pace. La struggente lettura di un brano sulla natività col sottofondo di un canto e lo scorrere di un piccolo rio, mi fanno vibrare. Mi immedesimo totalmente e mi par di rivivere la mia esperienza della maternità.
Siete bravissimi !!!
Appagati, stupiti, felici, scendiamo al paese e concludiamo quest'esperienza così preziosa tra risate, dolci squisiti e calde bevande.

Il mio cuore è davvero colmo di gratitudine.

sabato 9 novembre 2013

carpe diem



Una corsa ad ostacoli ottenere questo giorno di ferie.
Il meteo favorevole che mi solletica da una settimana, ieri sera ribadisce le previsioni con un cielo di stelle così luminose da accendermi l'anima. Fisso la sveglia per le 4:00 di stamattina.
Addirittura con una ventina di minuti di anticipo la precedo, così ho il tempo per gustare con calma il caffè e partire tranquillamente verso il punto d'incontro. Una meta dolomitica da cartolina ci attende, ci siamo finalmente !
Il trasferimento in auto verso il gelido lago di Misurina ci svela pian piano il nuovo giorno. La conferma della bravura dell'autista arriva a...catena. Infatti il primo tratto di strada verso le famose “Tre cime” è con nostra sorpresa impraticabile alle auto sprovviste di catene da neve.
Arrivati in qualche modo al suggestivo lago d'Antorno , prezioso bijoux che riflette le famose vette innevate, non ci perdiamo d'animo e come al grido di “avanti Savoia” con attenzione ci incamminiamo per qualche chilometro di ghiaccio in salita. Il sole ci accompagna facendo capolino ripetutamente tra le guglie di dolomia.
Il manto nevoso che in superfice svela dei favolosi cristalli di ghiaccio, sembra lievitare progressivamente diventando sempre più alto e soffice. I colori delle rocce, ora innevate ora illuminate dal sole, sono esaltati dallo sfondo del cielo blu.
Affascinata anche stavota davanti a tanta insperata bellezza, non so più dove orientare il mio sguardo, ho l'impressione di sognare, non immaginavo uno spettacolo così grandioso.
Con gli scarponi immersi nella neve assaporo ogni istante di questa grande gioia con leggerezza e gratitudine.
Fino a sera un susseguirsi di sensazioni, esperienze, incontri ricchi e straordinari.